IL REGISTRO DELLA BIGENITORIALITÀ

Ennesima idiozia escogitata dai padri separati per continuare lo stalking nei confronti delle ex-partner. Viene spacciato come uno strumento per la tutela dei minori ma in realtà non serve a questo scopo ma solo a rendere più efficiente e ossessivo il controllo dei padri separati sulle ex.

Non è un caso che tra i principali fautori del registro della bigenitorialità si ritrovino padri separati pregiudicati proprio per reati contro la famiglia (violenza, stalking, maltrattamento).

Purtroppo alcune amministrazioni comunali e alcuni funzionari comunali si sono lasciati intenerire dalle lagne dei padri separati e hanno istituito questo ennesimo obbrobrio. D’ora in poi prima di far loro varcare la soglia del Municipio che si facciano consegnare il certificato del Casellario giudiziario; sapranno almeno con chi hanno realmente a che fare.

Sul piano amministrativo bene si sono espressi alcuni Comuni negando la sua istituzione e mandando al diavolo i padri separati e le loro lagnanze.

Anche un Garante dell’infanzia, investito della questione si è espresso in termini decisamente contrari.

Sarebbe auspicabile pertanto che altri Comuni e altri Garanti dell’infanzia prendano esempio da queste pronunce e la faccenda si chiuda definitivamente.

Ma c’è un ulteriore aspetto che finora non è emerso.

Questi registri sono nella sostanza un elenco di bambini coinvolti in separazioni turbolente, che di solito fanno seguito a violenza in famiglia o ad abusi sessuali incestuosi sugli stessi bambini da parte dei padri; elenchi con le generalità anagrafiche dei bambini (nome, cognome, indirizzo), l’indicazione della scuola frequentata, delle attività extra-scolastiche praticate, e quindi le loro preferenze in termini di tempo libero e di svago.

Nella sostanza, una manna per i pedofili che così possono facilmente avere a disposizione elenchi di bambini da adescare, bambini emotivamente fragili e disorientati per la separazione dei loro genitori, e offrire loro affetto, per poi portarseli a letto.

O davvero c’è qualche ingenuo che ancora crede nella privacy di tali elenchi, nella protezione di dati personali con password che possono essere facilmente violate da chi ha un minimo di conoscenze informatiche? Non va dimenticato che le associazioni di padri separati (a volte separati proprio per abusi sessuali sui figli, quindi pedofilia) si appoggiano a esperti informatici che agevolmente possono entrare in possesso di questi dati e venderseli.

I bambini ringraziano questi bastardi.

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