L’ALIENAZIONE PARENTALE E I DUE MINISTRI DELLA SALUTE

Sulla questione PAS o alienazione parentale ci sono state le dichiarazioni di ben due Ministri della salute; entrambe hanno condannato il concetto di PAS o alienazione parentale perché privo di una sia pur minima base scientifica. Ma tra le due dichiarazioni vi sono delle differenze che vale la pena analizzare e meglio valutare.
Cominciamo dalla prima.

Ottobre 2012, governo Monti (16/11/2011-28/04/2013), Ministro della salute è il prof. Renato Balduzzi, insigne giurista; sottosegretario alla salute è il prof. Adelfio Elio Cardinale, scienziato di fama internazionale.
In risposta a una interpellanza urgente fatta dal compianto on. Antonio Borghesi, vice-capogruppo alla Camera del partito IdV, il Ministro in carica, per voce del sottosegretario, prof. Cardinale, ha risposto in aula dichiarando la non scientificità della PAS. Qui si può trovare tutto, chi non si fida può consultare i link in fondo alla pagina (non siamo come le associazioni dei padri rifiutati dai figli che fanno girare falsi documenti).

Come è arrivato il Ministro a formulare quella dichiarazione?
Ha consultato, ovviamente, i ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che è il massimo organo scientifico in Italia, e la loro risposta testuale è stata: «… in linea con la comunità scientifica internazionale, l’Istituto Superiore di Sanità non ritiene che tale costrutto abbia né sufficiente sostegno empirico da dati di ricerca, né rilevanza clinica tali da poter essere considerata una patologia e, dunque, essere inclusa tra i disturbi mentali nei manuali diagnostici.»
NOTA BENE: L’ISS scrive “comunità scientifica internazionale”, non comunità della scienza spazzatura o comunità dei peracottari, come va blaterando qualcuno.

Attenzione quindi a questo passaggio, IN LINEA CON LA COMUNITÀ SCIENTIFCA INTERNAZIONALE!! E sì, perché i vari sostenitori nostrani della PAS, o alienazione parentale, si ritengono loro stessi comunità scientifica, sproloquiano di comunità scientifica ma nessuno di loro fa parte, per es., del Comitato di psichiatri responsabili per il DSM-5 o l’ICD-XI. Hanno convinto giudici e quant’altri di essere loro stessi l’unica e autentica comunità scientifica. Ma così non è, la comunità scientifica, la VERA comunità scientifica è quella che si esprime con le classificazioni internazionali delle malattie non con retorici giri di parole che non hanno proprio nulla di scientifico, e loro non fanno parte della comunità scientifica, nazionale e internazionale.

Veniamo adesso alla dichiarazione del secondo Ministro della salute.
Giugno 2020, governo Conte 2, Ministro della salute on. Roberto Speranza.
Questo nuovo intervento del Ministro della salute sulla questione PAS/alienazione parentale scaturisce da un Atto di sindacato ispettivo (n. 4-02405) che leggiamo qui.

Come rilevato per prima dall’Associazione Maison Antigone i quesiti al Ministro sono stati formulati in maniera prolissa e approssimativa tanto da poter dare adito a risposte del tutto inadeguate e fuorvianti. Maison Antigone scrive che tali quesiti “sono stati consigliati da chi ha una frammnentaria esperienza in merito alla questione oggetto del quesito“; nonostante le buone intenzioni dei firmatari, infatti, le risposte del Ministro contraddicono proprio il senso di quell’atto ispettivo.

Una frase, contenuta nell’atto ispettivo è fortemente pericolosa, sembra quasi sia stata scritta da sostenitori dell’alienazione parentale :«ad oggi la PAS come disturbo continua a sollevare pesanti dubbi nella comunità scientifica, venendo essa anche esclusa dalla nuova stesura del DSM-5, dove compare alla stregua di un problema relazionale, non assurto al livello di sindrome, né disturbo».
Errore, gravissimo errore onorevoli parlamentari; l’alienazione parentale non compare affatto nel DSM-5 alla stregua di un problema relazionale, questo è proprio quello che affermano i sostenitori dell’alienazione parentale. Né, tanto meno, continua a sollevare dubbi nella comunità scentifica, che l’ha condannata come scienza spazzatura già dal lontano 1985. Ma dico, siete a Roma, il curatore dell’edizione italiana del DSM-5 è professore universitario proprio a Roma, cosa vi sarebbe costato consultarlo? Qualcuno l’ha fatto e la risposta è stata inequivocabile: «… il termine alienazione non impica fraintendimenti, a meno che non vi sia un malo uso o intepretazioni poco competenti da parte di terzi».

Ma veniamo adesso alla risposta del Ministro. La dichiarazione integrale può essere letta qui.
La risposta del Ministro Speranza può essere suddivisa in due parti.
Nella prima parte fa proprio ovviamente il parere dell’Istituto Superiore di Sanità, che è sempre lo stesso: il concetto di alienazione parentale non ha alcuna base scientifica.
La seconda parte è solo un collage di fesserie e concetti antiscientifici, un copia-incolla di scritti di psicologi giuridici ovviamente favorevoli all’alienazione parentale (è la loro gallina dalle uova d’oro; perché non fate fare, voi del governo, accertamenti patrimoniali su tutti gli psicologi giuridici? Il loro tenore di vita, le loro proprietà, mobiliari e immobiliari, sono coerenti con i reddidi dichiarati?).

Naturalmente gli psicologi giuridici e i padri rifiutati dai figli si sono attaccati alla seconda parte sostenendo che il Ministro abbia riconosciuto l’alienazione parentale.
Così si legge (vero orrore!) alla pag. 2 “La comunità scientifica sembrerebbe concorde …“; ma quale comunità scientifica sig. Ministro, anzi, adesso, ex-Ministro. Ma si legge quando scrive o si è già dimenticato che qualche rigo più sopra ha scritto (pag. 1) che è un concetto privo di riconoscimento scientifico da parte della comunità scientifica internazionale? E che lo aveva già scritto il precedente Ministro per cui si risparmiava tanto sudore della fronte rimandando alla precedente dichiarazione?
Poi (fine pag. 2) riporta una definizione di problema relazionale che non esiste nel DSM-5, è completamente inventata.
E, dulcis in fundo, suggerisce addirittura la “promozione di ulteriori studi”; ma ancora non l’ha capito che il concetto di alienazione parentale viene utilizzato dagli avvocati che difendono i pedofili e i violenti per tutelare i propri clienti e non per tutelare i minori!! C’è ben poco da studiare.
A ogni buon conto, un’analisi critica è contenuta qui.

La nota del Ministro Speranza sull’alienazione parentale sembra sancire la saldatura tra la malapsicologia/malapsichiatria (ergo psicologi e psichiatri che sostengono l’alienazione parentale), la malagiustizia (quella che condanna pre-giudizialmente madri e figli sulla base del concetto nazista di tätertyp e tutela i padri accusati di violenze o abusi sessuali, difesi da avvocati che cercano facile sponda nella malapsicologia/malapsichiatria), e la malapolitica (quella che baratta un dubbio consenso elettorale con prese di posizione acquiescenti verso la malapsicologia/malapsichiatria e verso i padri rifiutati dai figli).
Ma i giochetti perversi cominciano a venire alla luce; staremo a vedere. L’auspicio è che le parti sane della psicologia/psichiatria, giustizia e politica sappiano prevalere ed espellere questo cancro degenerativo il cui solo obiettivo è far soldi a spese delle famiglie che si separano (parliamo di centinaia di migliaia di euro, di appartamenti svenduti, di stipendi pignorati, ecc.), tutelando i violenti e i pedofili. E nelle sentenze scrivono pure “In nome del popolo italiano”; no, il popolo italiano non è con voi, non è dalla parte dei violenti e dei pedofili.

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