“IL TEMPO”, LA PAS E LA DISINFORMAZIONE

Alcuni giorni fa il quotidiano online “Il Tempo.it” ha pubblicato un articolo “Minori contesi e guerra di perizie. Il divorzio diventa un ring, coi piccoli al centro”.

Lo spunto per questo articolo è la pubblicazione di un libro di un padre separato nel quale sono raccolte alcune storie; pubblicheremo alcune storie di madri separate, che nessuno ha sinora voluto pubblicare perché le vicende delle madri non fanno storia, al tempo del patriarcato. Ma non è di questo che vogliamo parlare.

Ciò di cui vogliamo parlare è la consueta disinformazione che sistematicamente viene fatta dalle associazioni dei padri separati sui media in generale, ricercando sempre maggiore visibilità mediatica per attirare nuovi iscritti e aumentare il loro giro di affari.

La consueta disinformazione si riferisce alla PAS, o sindrome di alienazione genitoriale e alla teoria della false accuse. Ecco il pezzo incriminato.

tempo

Sulla cosiddetta PAS abbiamo, in ordine di tempo cronologico:

1) La dichiarazione ufficiale del Governo della Repubblica Italiana sulla PAS, che così si esprime:

 Al momento la letteratura scientifica e i professionisti legali internazionali ragguagliano contro l’esistenza della PAS, contro la sua ammissibilità nelle corti e sulla necessità di ulteriore ricerca e studi prima che nuove teorie siano usate in complesse e delicate questioni collegate alla cura dei figli nei casi di separazione; non è tollerabile, ipocritamente, che ci possa essere il tentativo di introdurre una simile teoria, stabilito che per le sue tradizioni l’Italia si colloca al centro dei suoi interessi i diritti del bambino”.

2) La dichiarazione del Ministero della salute che la definisce priva di fondamento scientifico; il link è il seguente:

3) La dichiarazione dell’Assessore alla Sanità della Regione Toscana e la dichiarazione dell’Assessore alla Sanità della Regione Emilia Romagna, entrambe in sintonia con quella del Ministero della Salute.

4) La dichiarazione del Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici-Chirurghi, che afferma:

la cosiddetta PAS è priva di riconoscimenti ufficiali in assenza di evidenze scientifiche e non è codificata dai principali sistemi classificativi delle malattie DSM-IV e ICD-10, mancando allo stato attuale criteri diagnostici condivisi nell’ambito della comunità scientifica.

5) La sentenza della Suprema Corte di Cassazione 20 marzo 2013 n° 7041 con la quale la Corte ribadisce che nel processo non si possono usare “teorie prive del necessario conforto scientifico”.

6) La dichiarazione della Società Italiana di Pediatria il cui Presidente categoricamente afferma:

 La Sindrome di Alienazione Parentale non è riconosciuta dalla letteratura scientifica di riferimento e non è inclusa né nel DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) né nell’ICD (International Classification of Diseases) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

 7) La sentenza del Tribunale Penale di Venezia che ha assolto la madre di un bambino che era stata denunciata dall’ex-coniuge di maltrattamenti sul minore per avergli causato la PAS. Il Tribunale ha assolto la donna con la formula: il fatto non sussiste.

8) La sentenza del Tribunale Civile di Milano che ha rigettato l’istanza di un padre in merito all’accertamento della cosiddetta PAS a carico del figlio con la motivazione della “inammissibilità di accertamenti istruttori (leggi CTU) in ordine alla cd. PAS , in quanto … priva di fondamento scientifico”.

Riteniamo, alla luce di quanto su esposto, che ogni ulteriore discorso intorno a questa teoria è privo di senso.

La cd. PAS fu inventata da un mediconzolo statunitense per difendere i padri accusati di violenza o di abusi sessuali sui figli; questa teoria consentì al regista Woody Allen di essere scagionato dalle accuse di abusi sessuali su una delle sue figlie adottive, e questo le ha conferito la notorietà di cui gode. In una recente e sofferta intervista la figlia adottiva di Woody Allen, ora ventottenne, ha confermato le accuse di allora. Dobbiamo considerarla alienata, cioè pazza, anche adesso?

A questo punto ci chiediamo: a chi giova questa disinformazione?

E veniamo al secondo aspetto: le false accuse; secondo la giornalista, che cita come fonte un’associazione di padri separati, le false accuse sarebbero pari all’85% mentre solo il 15% sarebbero accuse fondate. Ma un giornalista serio non è tenuto a verificare la veridicità di ciò che dichiarano le sue fonti, prima di pubblicarle? Da dove vengono quei numeri? Che attendibilità hanno quelle percentuali? Chi le ha rilevate? Con quale metodologia?

La statistica è una scienza seria, non le barzellette raccontate dalle associazioni di padri separati; tali associazioni, che annoverano tra i loro iscritti padri accusati di violenze in famiglia e/o abusi sessuali, e talvolta anche tra i loro quadri dirigenti, sono in prima linea nel fare disinformazione su questi aspetti per una semplice questione di autotutela. Non possono pertanto essere ritenuti attendibili.

Quindi, ancora una volta, a chi giova questa disinformazione?

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2 Risposte a ““IL TEMPO”, LA PAS E LA DISINFORMAZIONE”

  1. Smettere di seguire le odiose elucubrazioni di PASisti che anche quando hanno una laurea italiota sono di un’ignoranza brutale.

    Bisogna porre loro domande a cui devono dare delle risposte — se si vuole discutere (dovesse esserci qualcosa da discutere). Andare dietro questi imbecilli e tappare le buche che loro aprono giorno dopo giorno e’ da stupidi. Prendere il controllo della discussione siognifica forzarli a chiarire cosa e come pensano … e’ li si scoprono nelle sabbie mobili infestati da coccodrilli affamati. QUindi, che si creino le sabbie mobili per farli inghiottire (o andare a finire negli stomachi dei coccodrilli).

    ****** UN esempio:
    Non importa cio’ che dicono i padri e i saccenti di Adiantum per affermare la realta’ (illusione) della PAS. Ne’ importa cio’ che dicono i ministeri e altre organizzazioni che — qualsiasi cosa dicano — navigano nell’ignoranza piu’ assoluta.

    Cio’ che dovrebbe imporate?
    – Dove — in quale universita’ reputabili a livello globale — si insegna la PAS come parte della disciplina medica?
    – Quali libri di testo e articoli di riviste scientifiche vengono studiate nei corsi … se la PAS e’ insegnata in corsi ufficiali?
    – Chi sono gli esperti di spicco nelle varie universita (sempre reputabili) che sono attivi nella ricerca sulla PAS, insegnano la materia / malattia, e organizzano conferenze e seminari a livello globale per discutere l’evoluzione della materia.
    – Quali modelli teorici (matematici e oltre) sono riconosciuti come utili nel guidare la ricerca sulla PAS? E chi sono gli esperti dei modelli?
    – Quali metodologie di ricerca vengono adottate per testare le ipotesi empiriche (le loro predizioni analitiche) che le teorie e i modelli della PAS? Cio’ include il campione adottato, il tipo di confronto (paragone) tra gruppi della popolazione teorizzata, e la misurazione delle variabili teoricamente rilevanti.
    – Quali metodi statistici vengono adottati per i testi empirici delle ipotesi, e come vengono razionalizzati ik loro potenziale e i loro limiti?
    — Si usano statistiche singole (univariate) che richiedono la computazione della media / mediana? E se la media / mediana vengono usate, gli studi riportano le statistiche inferenziali — tipo varianza, errore standard, deviazione standard, le statistiche t, e gli intervalli di confidenza delle ipotesi?
    — O si usano statistiche per sistemi bivariati — correlazioni e regressioni. In questi casi, si discutono le caratteristiche univariate e bivariate delle variabili — se sono nominali, ordinali o cardinali; o se sono indipendenti o congiunte o condizionali … se i coefficienti di correlazione sono appropriati teoricamente e validi statisticamente.
    — Stesso ordine di domande per le regressioni. Qui’ e’ cruciale stabilire i legami teorici – concettuali tra teorie e modelli matematici e tra modelli matematici e modelli statistici e tra modelli statistici e modelli empirici. Senza cio’, le discussioni riciclano aria fritta
    – Viene la PAS studiata in psicologia e poi divulgata? Questo sarebbe un obbrobrio perche’ la PAS e’ concettualizzata / teorizzata come condizione medica con implicazioni psicologiche ma non come semplicemente condizione psicologica.

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